Il cacciatore Gracco

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fantasy

Gianmarco

Gianmarco, da sempre appassionato di letteratura fantasy, ha scritto questo testo, rimasto incompiuto, all'età di 12 anni...il testo conserva i caratteri e la grafica originaria...
















oOo … § __ § La mia storia § __ § … oOo



Vi racconterò una storia molto lunga...
una storia che è andata scordata  con lo scorrere delle sabbie del tempo…
vi racconterò la mia storia…


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oOo … § __ § La nascita § __ § … oOo



Era una notte buia, mio padre Banedon passeggiava sulla porta del nostro castello senza sapere cosa fare; ad un certo punto un urlo forte veniva dalla camera di mia madre Helen, mio padre tentò di entrare nel castello ma due castellane all’entrata lo respinsero dicendo – Non vi preoccupate è normale, comunque tra poco tutto sarà passato e voi potrete dire di avere un figlio o più di uno. – allora mio padre si calmò, un altro urlo più forte fu seguito subito da pianti allora mio padre si precipitò subito verso le castellane all’entrata e disse – Per favore fatemi entrare voglio vedere mia moglie, per favore. – e loro risposero – Adesso tutto è finito… puoi entrare ma attento a non mettere tua moglie in difficoltà più di quanto non lo sia già adesso. – mio padre si precipitò subito nella camera di mia madre, appena entrò vide subito un mare di sangue ma poco dopo distesa sul letto vide lei con accanto le sue migliori amiche e i suoi bambini; erano due maschi, allora mio padre esclamò – Che bello! Abbiamo due figli! Sono padre! Tu sei madre! Evviva! – poi più felice che mai andò vicino a mia madre e con le lacrime agli occhi la baciò.
Pochi giorni dopo la nascita di me e mio fratello nostro padre disse - Dobbiamo trovare due nomi per i nostri figli… - e allora disse – uhm… che ne dici di Drafhar e Duadon? – la risposta fu un sonoro - No. – allora mio padre disse - Fredrick e Durenor? – e la risposta fu sempre no, innumerevoli tentativi dopo mio padre disse - Che ne dici di Laethas e Leeah? -  nostra madre ci pensò un po’ su ed alla fine disse - Si. -

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oOo … § __ § La mia prima parola § __ § … oOo



Era un bel giorno di primavera io avevo compiuto il mio primo anno di nascita quando regalarono una spada a me ed una spada a mio fratello; io all’inizio non sapevo cosa era sapevo solo che si chiamava spada, a me sconosciuta per tutti i suoi usi; qualche giorno dopo dentro di me non so cosa successe però ci fu qualcosa che voleva uscire ma non ce la faceva, qualcosa di forte e debole allo stesso tempo, qualcosa di bello e brutto, alla fine uscì ed io dissi  la mia prima parola che fu indicando la spada - P- pada. – nei giorni che seguirono io imparai altre parole, molte delle quali mi aiutarono a comunicare con i miei genitori come ad esempio per dire cavallo io dicevo sempre  - B- baballo – e i miei genitori sempre a ripetermi  di dire cavallo non baballo, anche se dopo scoppiavano a ridere.
Tre termini che imparai da solo furono “ Pappa, Mamma e Papà ”.


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oOo … § __ § La mia prima camminata § __ § … oOo



Era un bellissimo giorno estivo io e mio fratello avevamo un anno e mezzo all’incirca quando io cominciai a camminare; i miei genitori restarono stupiti vedendo me aver appreso a camminare così presto, qualche giorno dopo io imparai a camminare senza reggermi a niente e così io feci la mia prima camminata:
mia madre, mio padre e mio fratello mi accompagnarono vicino ad un fiume chiamato nel nostro regno Duadon chiamato così per via delle leggende di un grande guerriero morto lì.
Noi ci divertimmo molto lì, ci tirammo l’acqua e lì io feci la mia prima e vera camminata.


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oOo … § __ § La mia crescita fino a cinque anni e la scomparsa di mio fratello § __ § … oOo



La mia crescita fu esplosiva e le mie doti naturali più in risalto fecero di me un bambino prodigioso:
ero ammirato da tutto il regno di mio padre perché io all’età di tre anni sapevo correre, perché io a quattro anni sapevo già parlare correttamente e perché a cinque anni già sapevo cacciare discretamente…
era un pomeriggio abbastanza caldo d’autunno quando io tornai a casa con un sorriso ammaliante e un piccolo cerbiatto tra le braccia, io fui applaudito da tutti quanti e quella sera a casa il mio cerbiatto fu cucinato e servito sulle nostre immense tavole.
Qualche giorno dopo io ebbi un incubo dove il cerbiatto che avevo ucciso pareva fosse diventato più  grande e mi stesse rincorrendo mentre io scappavo, a quel punto io mi svegliai e mi guardai intorno finché non posai lo sguardo sul letto di mio fratello, era vuoto ma all’inizio non ci feci caso, però dopo mi girai di scatto e lo guardai meglio e quando lo vidi vuoto gridai - Mamma! Papà! Venite! Venite tutti! Aiuto! Aiuto mio fratello dov’è!? Aiuto! – tutti quanti accorsero preoccupati, guardarono me tra le lacrime e i singhiozzi e videro la finestra della nostra camera aperta, mia madre scoppiò a piangere e mise il suo viso pieno di lacrime tra le braccia di mio padre che guardò il letto di mio fratello con uno sguardo vuoto.


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oOo … § __ § I funerali di mio fratello § __ § … oOo



La scomparsa di mio fratello fu presa come se fosse stata la sua morte, in quei giorni la casa fu sempre piena di gente con l’intenzione di far condoglianze, ma più che piena sembrava vuota, si sentiva la mancanza di mio fratello, si sentiva che in quella stanza c’era meno calore, c’era meno allegria, si sentiva che qualcuno o qualcosa mancava, io in quei giorni mi ritrovai a pensare alle mie litigate con mio fratello anche se non erano state molte perché eravamo molto legati l’uno all’altro; a volte mi ritrovai a piangere senza sapere il perché, quasi come se fosse stata causa mia la scomparsa di mio fratello; molte volte rimpiansi tutto quello di bello che avevamo passato insieme, molte volte in quei pochi ma lunghi giorni torturai il mio corpo con graffi e pugni fino a farmi venire il vomito che, non so perché mi faceva sentire più normale, come se fosse una medicina…. Col passare dei giorni si avvicinava il giorno del funerale e per questo la mia casa si riempiva sempre di più di parenti e amici alcuni dei quali sconosciuti…. Ed infine venne, venne quel giorno così atteso che sembrava non venire mai; il funerale si svolse nella cattedrale della nostra città, tutti vestiti di nero in segno di lutto andammo lì, a piangere sulla bara vuota di mio fratello, anche se a conoscere che la bara fosse vuota eravamo io, mamma, papà e la nostre fidate domestiche…


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oOo … § __ § Dopo i funerali la nostra famiglia cade senza fermarsi mai § __ § … oOo



Dopo la scomparsa e i finti funerali di mio fratello la nostra famiglia cade nel buio… io ormai avevo paura a dormire solo quindi ogni notte tremolante mi rifugiavo nel letto matrimoniale dei miei genitori… per qualche giorno sembrò che tutto andasse per bene finché la sventura non cadde nuovamente su di noi…un giorno mentre tornavo a casa dopo una faticosa camminata con mia nonna entrai in casa e vidi una cosa terribile, vidi quella cosa che mi segnò per il resto della mia vita: i miei genitori impiccati; subito le guardie pensarono alla stessa persona che aveva rapito mio fratello e che loro pensavano morto… però non trovando nessuna traccia cominciarono a pensare che fossi stato io aiutato da mia nonna che assetato di potere fin dall’età di sette anni avessi tolto ogni persona di mezzo per governare sul paese della mia famiglia; per molti giorni  fui cercato, mia nonna fu trovata e quindi lei fu giustiziata, fui quasi preso dalle guardie reali anch’io, finché non decisi di andarmene via, però di vendicarmi qualora fossi tornato, percorsi tutto il confine del regno finché non arrivai alla città di Venorah l’ultimo avamposto del regno di Irysef prima del regno del nostro nemico di Raerith… mio padre aveva sempre detto di stare lontano da quel regno poiché maligne voci giravano su di esso: uccidevano per gioco, non c’era la legge e nel regno chiunque poteva governare… bastava lanciare una sfida a quello che in quel momento deteneva il potere e se lo si uccideva il regno era suo… in quel momento il sovrano era un certo Iutha Bireth…


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oOo … § __ § L’arrivo nel regno di Raerith § __ § … oOo




In una notte buia arrivai in quell’oscuro regno, mi nascosi come se io fossi stato cervo braccato da venti cani da caccia; varcato il confine mi voltai indietro, mi venne voglia di ritornare lì dove ero cresciuto e consegnarmi anche se non avevo colpa; piansi; piansi come non avevo mai fatto in vita mia, mi sentivo il colpevole di tutto quello che era successo anche se sapevo di non esserlo, asciugatomi le lacrime restai alcuni secondi a fissare la mia terra natia, pensando a tutti i bei momenti trascorsi, pensando ai miei genitori, e a tutti i miei parenti e amici, dopo di che mi rivoltai verso l’oscuro regno e a mio malincuore mi incamminai per delle terre a me sconosciute: le piante, gli alberi erano cresciuti selvaggi lì in quel posto buio, la gente ormai aveva perso la sua umanità, gli animali selvaggi andavano in giro sbranando chi era sprovveduto da non portarsi un’arma dietro… fui costretto a restare nascosto nelle foreste dove correvo meno pericoli nascondendomi sugli alberi; per quattro anni circa io vissi solamente di bacche, radici, erbe e residui di carne di animali uccisi e sbranati da altri…



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oOo … § __ §  Le mie prime armi § __ § … oOo



A tredici anni cominciai a fabbricarmi le mie prime armi rudimentali:
Una lancia composta da una bastone di nocciolo e sopra, fissata ad esso c’era una punta di bronzo…
Poi mi feci anche un arco ricavato da del legno piuttosto flessibile e dalle interiora di animali morti…
Dopo di che mi feci anche uno scudo fatto solamente da legno e pelli di animali; anche se in vari punti rinforzato da metalli trovati scavando in molte miniere abbandonate…
Con queste armi riuscii a procurarmi almeno un pasto decente al giorno e riuscii anche a salvarmi la vita quando sembrava che mi avesse voltato le spalle; presto riuscii a dimenticarmi della mia patria, ma ogni notte non dormivo poiché mi rivenivano in mente le facce morte dei miei genitori:
pallide, senza vite e piene di terrore…


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 oOo … § __ § La morte mia compagna § __ § … oOo





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